venerdì 4 aprile 2014

ALLEVAMENTI INTENSIVI: I LAGHER DEGLI ANIMALI

In Italia siamo 60 milioni di abitanti E per soddisfare i nostri appetiti macelliamo migliaia e migliaia di animali, peccato che più dell’80% della loro carne proviene da allevamenti intensivi che sono “una forma di allevamento che utilizza tecniche industriali e scientifiche per ottenere la massima quantità di prodotto al minimo costo e utilizzando il minimo spazio, tipicamente con l'uso di appositi macchinari e farmaci veterinari. La pratica dell'allevamento intensivo è estremamente diffusa in tutti i paesi sviluppati; la gran parte della carne, dei prodotti caseari e delle uova che si acquistano nei supermercati viene prodotta in questo modo.”  In essi cui sono rinchiusi decine, centinaia, migliaia di animali in condizioni infernali, privati di libertà di movimento, dell'aria e della luce del sole, rinchiusi in gabbie, costretti all’alimentazione forzata.
 Gli allevamenti portano :
-sofferenza e malattie agli animali
 -malattie a uomini donne e soprattutto bambini derivate da farmaci somministrati agli animali
 -inquinamento della acque e dell’aria
Scrofe e i loro cuccioli stipati nelle gabbie da parto
 Gli animali soffrono moltissimo per tutta la propria breve vita, sono stressati, schizzofrenici e in alcuni casi diventano cannibali in quanto le loro condizioni sono a dir poco pessime: vengono cresciuti in allevamenti stretti tanto da non potersi nemmeno girare su se stessi,subiscono regolarmente amputazioni di parti malate senza anestesia, gli vengono somministrate quantità smisurate di farmaci e affrontano interminabili trasporti di ore e giorni senza alcun supporto vitale, niente acqua, niente riposo, niente riparo dal sole torrido o dalla pioggia. Unica speranza: la morte.
I loro mangimi oltre ad essere cibo che sarebbe adatto anche agli uomini (soia, granturco ecc.) vengono arricchiti da carogne di animali, lettiere o escrementi animali, oli di motori, addirittura i reflui inquinanti delle distillerie di whisky e di gin; in Francia finivano nei mangimi le acque nere delle puliture dei macelli e delle stalle, "condite" con gli scarti della spremitura a caldo dei resti dei macelli. Nelle città non dotate d'inceneritore, diventano "farine per animali” le carcasse di animali raccolti dal la Nettezza Urbana (cani e gatti randagi, topi, ratti e pantegane). Anche gli animali portati dal proprio veterinario per la "morte dolce" fanno la stessa fine, inoltre i mangimi vengono riempiti di stimolatori dell'appetito, antibiotici (metà della produzione mondiale di antibiotici è destinata agli allevamenti), e ormoni artificiali somministrati sia per prevenire l'insorgere di epidemie, sia per stimolare la crescita. Questo abuso di antibiotici è l'origine del fenomeno dello sviluppo di batteri resistenti a tutti i farmaci (lo streptococco VISA ha già ucciso 4 persone negli USA e due in Scozia e una in Italia).
Cambiamento della condizione delle galline dal 1950 al 2008
Il Center for Disease Control and Prevention statunitense stima che nel mondo, ogni anno, ci siano oltre 76 milioni di casi di malattie portate dal cibo da allevamento, e oltre 5000 morti. Inoltre molti critici sostengono che la qualità delle carni e dei prodotti realizzati tramite allevamento intensivo è di qualità inferiore rispetto a quelle ottenute con tecniche tradizionali, sia per la differente alimentazione e sia per il diverso stile di vita. L'uso di farmaci volti a indurre lo sviluppo corporeo degli animali è vietata in Europa, però, In Italia gran parte dei farmaci vengono acquistati sul mercato nero per non doverne segnalare l'uso poi, poco prima della macellazione, viene somministrato agli animali un fortissimo diuretico che cancella le tracce delle sostanze illegali. In America i trattamenti con ormoni sono non solamente ammessi, ma incoraggiati, sono in continua sperimentazione. Riescono addirittura a far crescere gli animali più velocemente del 50%. Anche dosi infinitesimali di queste sostanze danneggiano la salute umana, innescando tumori e alterando il sistema immunitario. specialmente per i bambini.
Galline ovaiole 17/m²
 Fao, Onu, Ipcc avvertono che il 18% dei gas serra che alimentano i cambiamenti climatici derivi dagli allevamenti intensivi, più di tutte le macchine del mondo. Nel contempo, le attività legate all'allevamento su grande scala possono causare un depauperamento delle risorse naturali del territorio. Molti paesi emergenti (il caso emblematico è il Brasile) per entrare nel ricco business della carne disboscano ampie fette di territorio per far posto agli allevamenti. IPCC, ha presentato un documento dal titolo “Riscaldamento globale: l'impatto sui cambiamenti climatici della produzione e del consumo di carne”. In questo documento, l'economista indiano evidenzia che produrre 1 kg di carne ha lo stesso impatto ambientale di un'auto media europea che percorre 250 chilometri. il 30% delle terre emerse ed il 70% delle terre agricole sarebbero destinate al settore zootecnico.Inoltre Le feci provenienti causano inquinamento delle falde acquifere e la contaminazione dell'acqua.
                                 Erica Marangoni

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