martedì 1 aprile 2014

Kanun: morti dentro

"Kanun" è una  parola albanese che in italiano può essere tradotta semplicemente con il termine "canone", ma per la società albanese  significa molto di più.
Si tratta di una legge non scritta risalente all'epoca ellenica e all'impero romano, portata in Albania attraverso le invasioni ottomane, essa  vige ancora oggi nelle zone montuose del nord dell'Albania.
Il Kanun è una consuetudine che impone regole inerenti la famiglia, l'ospitalità e soprattutto la vendetta.
Il sistema familiare si basa su un ''pater familias'', il più anziano del clan, che ha potere decisionale su tutti i membri della famiglia anche riguardo i matrimoni che, sono strumenti per stabilire alleanze tra diversi clan.
Il codice prevede inoltre un rito, con il quale due estranei possono diventare fratelli, anche legalmente.
L'ospitalità, per coloro che seguono questa legge, ricorda molto il concetto di ospitalità per i greci antichi, infatti ancora oggi è presente l'usanza di lavare e offrire all'ospite cibo a sazietà ancor prima che questo si presenti.
Copertina del film "La Faida" incentrato sul Kanun (da www.sentieriselvaggi.it)
Il Kanun, come precedentemente accennato, regola anche le vendette di sangue: una persona infatti ha il diritto e l'obbligo morale di vendicare un proprio parente ucciso. Ciò  avviene assassinando  un qualsiasi membro maschio - senza vincoli di età - della famiglia dell'assassino, la quale, però, dovrà a sua volta vendicare il consanguineo. Si crea così un circolo vizioso, che potrà  concludersi unicamente con il perdono, atto considerato un grande di saggezza.
A causa delle faide molti ragazzi e uomini sono obbligati a rimanere chiusi all'interno delle proprie mura  pronti a difendersi.
Questo antichissimo costume viene ben descritto nel servizio de "Le Iene" qui riportato.
 Chiusi in casa per non morire
Preso dal sito ufficiale de "Le Iene"

Andrea Santamaria e Redon Kodheli

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