Nel 2013 ci sono stati di questi tipi di esecuzione in 22 paesi, anche se il maggior numero delle pene è stato attribuito a solamente sei paesi: Cina, Iran, Iraq, Arabia Saudita, Stati Uniti d'America e Somalia, secondo Amnesty International.
Sono invece state emesse sentenze capitali in 57 stati.
Recentemente ha fatto il giro del mondo la notizia riguardante la scarcerazione di Glenn Ford: egli, residente a New York, era stato condannato nel 1983 alla pena di morte, e rimase in carcere per oltre 30 anni. L'ormai sessantaquattrenne si era sempre dichiarato innocente e infatti, dopo esami più approfonditi sull'accaduto, si scoprì la sua mancanza di colpa.
Era stato, 30 anni fa, accusato di aver assassinato un gioiellere, ma per colpa dell' incompetenza degli avvocati e pregiudizi razziali, era stato lo stesso condannato.
Accusato di aver ucciso l'intera famiglia del suo ex datore di lavoro, era stato imprigionato nel 1966 e condannato alla pena capitale due anni dopo.
Sempre ritenutosi innocente, si ebbe l'assoluta certezza della sua incolpevolezza per l'appunto grazie a questo test del Dna, che indicava che il tipo di sangue lasciato su alcuni vestiti apparteneva non a Iwao, ma ad un pluriomicida.
A ciò seguì un notevole atto di accusa contro la giustizia nipponica.
Fatto accaduto a Gennaio 2014, invece, ha scosso l'America:
Dennis McGuire, detenuto dell'Ohio e condannato nel 1989 alla pena capitale, è morto dopo esattamente 13 minuti del dolore più assoluto, tra urla strazianti. Uguale sorte è toccata a Michael Taylor, 47 anni, condannato di stupro e assassinio nello stato del Missouri nel 1989.
Infatti, in seguito alla decisione delle case farmaceutiche di non fornire più prodotti barbiturici, l'America dovette presto trovare un altro modo per eseguire le pene capitali, sperimentando nuovi 'cocktail fatali', che avrebbero dovuto essere efficaci quanto i precedenti ma che hanno avuto effetti dolorosissimi sulle vittime.
In seguito a questo accaduto sconvolgente molti abolizionisti e associazioni hanno ricordato che mai in passato una persona morì, in seguito a pena capitale, in modo così atroce, nè con la sedia elettrica nè con iniezioni letali, sottolineando comunque che mai esisterebbe un modo 'umano' per uccidere una vita.
Sedia elettrica, da 'Corriere della Sera' |
In precedenza i condannati erano liberi di scegliere fra l'iniezione letale e la sedia elettrica, fino a quando quest'ultima venne abolita. Oggi quindi ci si pone di fronte a un nuovo problema: la sedia elettrica potrà completamente sostituire l'iniezione letale?
Altri stati americani invece considerano l'idea di reintrodurre l'impiccagione, camere a gas e plotoni d'esecuzione.
Chloé Friard
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