Così esordisce il giornale romano "Libertiamo" il 28 marzo, e questo tentativo tale è da far sì che, poiché "non si vuole o non si può andare subito al voto", si continui ad avere un "non governo". Ci si ritrova con un leader (Bersani) - che leader non è, poiché uno dei perdenti - che tenta di inseguire l'unico vincitore (Grillo) e rassegnato si presenta a Palazzo Madama con un mezzo accordo (non nascondibile) con Maroni e Berlusconi, per varare un governo che non sa cosa fare né dove andare, ma aperto alla legislatura, giustificato da una sorta di governo della "non sfiducia".
"A questa preferenza spiccata per il non governo e per la politica antigovernativa contribuiscono ragioni sia profonde (di cultura e psicologia nazionale) sia congiunturali, visto che oggi, per come stanno messe le cose e l’Italia, chi tocca i fili del governo muore." dice ancora Carmelo Palma nel "Libertiamo".
Per alcuni l'unico governo possibile per questa Italia sembra il "non governo": tant'è che per ora non si è ancora sentita una proposta adatta a garantire quella distanza di sicurezza tra il governo e i partiti di cui sia i partiti, che qualunque governo hanno oggi bisogno per funzionare.Per altri, invece, come il leader del Movimento cinque stelle Beppe Grillo, c'è solo una possibilità, ovvero «lasciar lavorare il Parlamento anche senza un Governo» almeno fino alle prossime elezioni - il bisogno delle quali invece sembra incombente-.
Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha appena annunciato di aver accertato «la persistenza di posizioni diverse» rispetto alle soluzioni su un nuovo esecutivo e non si dimette. Anche lui, come noi, forse ha voluto alzare bandiera bianca.
di Marina Maina
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