Entro pochi anni questi scenari non saranno più fantascienza, grazie
all'invenzione della stampa 3D.
Essa trasformerà il modo di produrre attraverso la “manifattura additiva”, un
processo che realizza oggetti aggiungendo strati di materiale uno sopra l'altro
fino ad ottenere la forma e la consistenza voluta.
La ‘Converse’, ad esempio, usa questa tecnica
dal 2004, e questo gli consente di portare più rapidamente sul mercato i nuovi
modelli di scarpe; la ‘Alessi’ con l'aiuto delle nuove stampanti ha migliorato
la sua celebre macchina per il caffè, risparmiando moltissimo tempo e il 70%
dei costi.
C'è perfino chi sta sperimentando nuove tecniche per creare organi umani
artificiali, come l’azienda americana Organovo, che ha creato una stampante che
impiega come “inchiostro” cellule umane! Pensate, in futuro, sarà forse
possibile “stampare organi” partendo dalle cellule del paziente, senza aver la
necessità di ricorre a donatori.
Tra i vantaggi si potranno produrre molti beni
di consumo là dove servono, evitando sprechi di materiale, spese ed
inquinamento per il trasporto.
Attenzione al “rovescio della medaglia”,
avranno molto da fare i responsabili del copyright!
È evidente che se ogni oggetto può essere
rappresentato in un file digitale, sarà estremamente facile poterlo copiare:
scaricarlo attraverso la rete e produrlo con una stampante tridimensionale.
Questa possibilità apre uno scenario preoccupante per le
aziende: quando l’idea di un oggetto diventa disponibile a tutti, difendere la
proprietà intellettuale risulterà assai difficile!
di Ilaria Maschio
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