martedì 2 aprile 2013

Rivoluzione industriale 2.0

Chi non ha mai sognato, vedendo un tiramisù a quattro strati, di poterlo ottenere all'istante, oppure  di poter indossare degli splendidi gioielli, impossibili da cesellare con le tecniche tradizionali?
Entro pochi anni questi scenari non saranno più fantascienza, grazie all'invenzione della stampa 3D.
Essa trasformerà il modo di produrre attraverso la “manifattura additiva”, un processo che realizza oggetti aggiungendo strati di materiale uno sopra l'altro fino ad ottenere la forma e la consistenza voluta.
La ‘Converse’, ad esempio, usa questa tecnica dal 2004, e questo gli consente di portare più rapidamente sul mercato i nuovi modelli di scarpe; la ‘Alessi’ con l'aiuto delle nuove stampanti ha migliorato la sua celebre macchina per il caffè, risparmiando moltissimo tempo e il 70% dei costi.
C'è perfino chi sta sperimentando nuove tecniche per creare organi umani artificiali, come l’azienda americana Organovo, che ha creato una stampante che impiega come “inchiostro” cellule umane! Pensate, in futuro, sarà forse possibile “stampare organi” partendo dalle cellule del paziente, senza aver la necessità di ricorre a donatori.
Tra i vantaggi si potranno produrre molti beni di consumo là dove servono, evitando sprechi di materiale, spese ed inquinamento per il trasporto.
Attenzione al “rovescio della medaglia”, avranno molto da fare i responsabili del copyright!
È evidente che se ogni oggetto può essere rappresentato in un file digitale, sarà estremamente facile poterlo copiare: scaricarlo attraverso la rete e produrlo con una stampante tridimensionale.
Questa possibilità  apre uno scenario preoccupante per le aziende: quando l’idea di un oggetto diventa disponibile a tutti, difendere la proprietà intellettuale risulterà assai difficile!



di Ilaria Maschio

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