venerdì 28 marzo 2014

Donne in bilico tra l'oriente e l'occidente

Il ruolo della donna nel corso dei secoli ha sviluppato innumerevoli cambiamenti. Questi però subiscono variazioni a seconda della cultura del luogo in cui ci si trova. La più grande divisione è quella tra il mondo orientale e occidentale. La donna fin dall'inizio dei secoli, in entrambi i luoghi, è sempre stata sottovalutata e vista inferiore dell'uomo. In seguito essa ha provato a rivendicare i propri diritti e la parità dei sessi. Ciò ha avuto successo soprattutto in occidente, mentre in oriente è tuttora denigrata.

Essendo questo tema molto trattato in tutti gli ambiti abbiamo deciso di riportare un esempio cinematografico: "We want sex" diretto da Nigel Cole.



Questo film, pur essendo una commedia, è il simbolo di una presa di coscienza collettiva che ha cambiato per sempre la società occidentale. Tutto è iniziato in uno stabilimento inglese della Ford, a est di Londra, in cui lavoravano, oltre agli uomini, e 187 donne. Queste, dopo essere state classificate come "operaie non qualificate", decisero di rivendicare i propri diritti che consistevano anche nella parità salariale con i loro colleghi maschi. Gli stabilimenti vennero paralizzati e la ribellione di queste donne influenzò anche altri paesi. In gioco non c'era più solamente la richiesta di un aumento di paga, ma anche la concezione della donna nella società inglese e mondiale. Il curioso nome del film deriva proprio da una delle loro manifestazioni in cui, accidentalmente, uno striscione con su scritto "We want sex equality" non si srotolò completamente diventando "We want sex..".

Copertina di "Sotto il burqa"
La situazione in oriente, invece, era completamente differente. Già da tempo in Afghanistan vi erano diverse etnie e tribù divise da rancori e ostilità che esplosero in una sanguinosa guerra civile. Tra le varie fazioni ne prevalse una politica e religiosa di studenti delle scuole coraniche, i talebani. Essi instaurarono un regime islamico applicando con vigore la legge coranica, molto rigida soprattutto nei confronti delle donne. Infatti avevano più doveri che diritti: avevano l'obbligo di indossare il burqa, velo che le copre dalla testa ai piedi lasciando scoperti solo gli occhi, e inoltre non potevano lavorare, ma solo occuparsi della famiglia e della casa. La loro condizione quindi era sottomessa al volere dell'uomo che la considerava al pari di un oggetto. Ancor oggi la situazione persiste e i tentativi di cambiarla sono tutti vani. Vi sono molti libri per sottolineare l'argomento uno dei quali è "Sotto il burqa" di Deborah Ellis.




Erica Marangoni
Giulia Giacomino

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