Il ruolo della donna nel corso dei secoli ha sviluppato innumerevoli cambiamenti. Questi però subiscono variazioni a seconda della cultura del luogo in cui ci si trova. La più grande divisione è quella tra il mondo orientale e occidentale. La donna fin dall'inizio dei secoli, in entrambi i luoghi, è sempre stata sottovalutata e vista inferiore dell'uomo. In seguito essa ha provato a rivendicare i propri diritti e la parità dei sessi. Ciò ha avuto successo soprattutto in occidente, mentre in oriente è tuttora denigrata.
Essendo questo tema molto trattato in tutti gli ambiti abbiamo deciso di riportare un esempio cinematografico: "We want sex" diretto da
Nigel Cole.
Questo film, pur essendo una commedia, è il simbolo di una presa
di coscienza collettiva che ha cambiato per sempre la società
occidentale. Tutto è iniziato in uno stabilimento inglese della
Ford, a est di Londra, in cui lavoravano, oltre agli uomini, e 187
donne. Queste, dopo essere state classificate come "operaie non
qualificate", decisero di rivendicare i propri diritti che
consistevano anche nella parità salariale con i loro colleghi
maschi. Gli stabilimenti vennero paralizzati e la ribellione di
queste donne influenzò anche altri paesi. In gioco non c'era più
solamente la richiesta di un aumento di paga, ma anche la concezione
della donna nella società inglese e mondiale. Il curioso nome del
film deriva proprio da una delle loro manifestazioni in cui,
accidentalmente, uno striscione con su scritto "We want sex
equality" non si srotolò completamente diventando "We want
sex..".
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Copertina di "Sotto il burqa" |
La situazione in oriente, invece, era completamente differente.
Già da tempo in Afghanistan vi erano diverse etnie e tribù divise
da rancori e ostilità che esplosero in una sanguinosa guerra civile.
Tra le varie fazioni ne prevalse una politica e religiosa di studenti
delle scuole coraniche, i talebani. Essi instaurarono un regime
islamico applicando con vigore la legge coranica, molto rigida
soprattutto nei confronti delle donne. Infatti avevano più doveri
che diritti: avevano l'obbligo di indossare il burqa, velo che le
copre dalla testa ai piedi lasciando scoperti solo gli occhi,
e inoltre non potevano lavorare, ma solo occuparsi della
famiglia e della casa. La loro condizione quindi era sottomessa al
volere dell'uomo che la considerava al pari di un oggetto. Ancor oggi
la situazione persiste e i tentativi di cambiarla sono tutti vani. Vi
sono molti libri per sottolineare l'argomento uno dei quali è "Sotto
il burqa" di
Deborah Ellis.
Erica Marangoni
Giulia Giacomino
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