martedì 25 marzo 2014

Il fenomeno degli "occhi a mandorla" invade l'Italia



Quartiere Chinatown a Milano (da www.tgcom24.mediaset.it)
Sempre più attività cinesi nelle nostre città di Federica Brutti
La morsa della crisi che sta causando gravi problemi all'Italia ed alla sua economia sembra non stia gravando sul mondo orientale. Molti negozi italiani stanno lasciando il posto a nuove attività cinesi o giapponesi, tanto che, alcune zone in particolare della città sembrano aver preso spunto dai quartieri popolati unicamente da Cinesi delle più grandi città del mondo, ogni giorno affollati da moltissimi viaggiatori, i quali dedicano un po’ del tempo della loro permanenza nella città per visitarli e, perché no, scattarsi qualche foto-ricordo, quasi come fosse una vera e propria attrazione turistica.
Ma qual è il motivo per cui grandi masse di uomini e donne decidono di trasferirsi da un Paese che, peraltro, ha la fama di essere uno dei più ricchi e colti del mondo, alla ricerca di un lavoro nel Belpaese?
La Cina, pur essendo un nazione in forte sviluppo, avendo grandi dimensioni, non riesce a colmare l’enorme divario che vi è tra l’alta società e i poveri, ma anzi, con la notevole crescita economica degli ultimi anni, la situazione è in continuo peggioramento. Ma non sempre la realtà è la stessa di come potrebbe sembrare inizialmente. Essendo a conoscenza di una simile questione della società cinese, considerando anche ciò che spinge gli immigrati stranieri a dirigersi verso l'Italia, potremmo dire che tra le cause della fuga di grandi masse "dagli occhi a mandorla" ci sia il ritmo di lavoro a cui vengono sottoposti uomini, donne e bambini nelle cosiddette “fabbriche lager” che si trovano in Cina. Tra i problemi del loro territorio, infatti, vi sono anche le industrie che vengono utilizzate quasi come carceri, in cui sin da giovanissima età i bambini vengono mandati anche dagli stessi genitori per riuscire a salvare la famiglia dalla triste povertà. E qui viene perso il significato vero e proprio di ciò che è l’essere umano, poichè queste persone sono costrette a turni davvero inimmaginabili, con la visione della morte che incombe continuamente su di loro, quasi come una spada di Damocle, a causa della scarsa sicurezza , e alla fine sono ricambiati con uno stipendio che basta appena per la sopravvivenza.  Questo fenomeno dovrebbe tornarci in mente ogni volta che ci troviamo davanti ad un prodotto su cui compare l'ormai celebre etichetta "Made in China".


Condizioni di lavoro in una fabbrica cinese (video preso dal canale YouTube di Altroconsumo).
Ma, nonostante questo grave problema colpisca gran parte della loro società,  è emblema della forte separazione il fatto che alla base del fenomeno  dell’emigrazione cinese, vi sia la ricerca di fortuna e di nuove possibilità di lavoro, in quanto - tristemente per gli Italiani – gli orientali hanno anche un enorme senso degli affari.. Questo è stato confermato, in seguito ad alcune indagini a riguardo, anche da alcuni esperti  come la Professoressa Antonella Ceccagno, docente di lingua e letteratura cinese presso l'Università di Bologna, che ha affermato nell'intervista ad AgiChina24
I Cinesi che prendono la strada delle migrazioni internazionali (...) sono quelli che provengono dalle zone che si sono arricchite prima e da quelle che hanno avuto maggior contatto con l'esterno.

o come spiega Valentina Pedone, docente di letteratura cinese presso l'Università di Urbino"Carlo Bo"
La comunità cinese è costituita da persone che hanno già una situazione di relativo agio alle spalle.

Nessun commento:

Posta un commento