giovedì 27 marzo 2014

Smetto quando voglio

Alcool, Droga e Social Network: rischio di dipendenza sempre più diffuso tra i giovani. di Federica Brutti
(…) solo, in terra straniera, lontano dalla patria, dagli amici (…)
Immagine presa da "Psicologo in famiglia"
Sono queste le parole con cui Fedor Dostoevskij definì il suo stato d’animo all’interno del romanzo autobiografico Il giocatore. Una sensazione di profonda solitudine: lo scrittore sente che nessuno gli è vicino ed anche il contesto sociale in cui si trova non è più in grado di fargli percepire il reale senso della sua vita. Nonostante lo scrittore russo fosse affetto da una patologia di dipendenza dal gioco d’azzardo, questa frase potrebbe essere utilizzata per riassumere il pensiero che accomuna un po’ tutti coloro che cominciano il percorso della dipendenza, da sostanza e non. Le vittime di quello che potrebbe essere paragonato ad un tunnel buio da cui difficilmente si riesce ad uscire totalemente, infatti, presentano non pochi punti in comune. E' possibile suddividere i diversi tipi di dipendenza in "vecchie" e "nuove ", laddove con le prime si intendono le più conosciute e studiate, mentre con l'aggettivo "nuove" si fa riferimento a quelle che negli ultimi tempi, anche per l'evolversi della tecnologia e dei cambiamenti della società, stanno pericolosamente prendendo piede. Ma ciò che preoccupa maggiormente è come tale fenomeno stia dilagando soprattutto tra i giovani: sempre più adolescenti negli ultimi anni utilizzano metodi di "sballo" che portano alla rovina, tanto che, dai dati riportati da studi e statistiche, sembra quasi che droga ed alcool siano diventate l'unica fonte di divertimento del sabato sera. Sulla pagina ufficiale del Telefono Azzurro è stato pubblicato che
(...) il 64% dei ragazzi intervistati dai 12 ai 18 anni beve alcolici, e una percentuale non trascurabile (10,6%) dichiara di farne un uso abituale (...) e che il 9,4% dei ragazzi è entrato in contatto con hashish e marijuana, il 2,1% ha fatto uso di ecstasy o altre droghe sintetiche e l’1,9% di cocaina.
Invece, tra le dipendenze che solo da poco tempo si sono inserite nel tessuto sociale, incominciando a guardagnarsi l'interesse dei ricercatori, quella maggiormente diffusa tra i giovani è sicuramente la dipendenza da Internet e da Social Network. Si tratta, ovviamente, di un tipo di dipendenza caratterizzato dall'assenza della sostanza: in tal caso, infatti, a causa di insicurezza o mancanza di autostima si sente la necessità di trovare il proprio mondo in una dimensione virtuale, basata sulla relazione con le altre persone mediante la condivisione in tempo reale di tutto ciò che succede, attraverso foto, video e stati, nella propria giornata. Anche queste dipendenze, come quelle citate sopra, producono una particolare forma di assuefazione, che spinge a stare collegati e partecipare alla vita del Social in modo compulsivo, portando addirittura a sintomi di astinenza analoghi a quelli da dipendenza da sostanza, quali per esempio disagi psico-fisici nel caso di mancanza di collegamento per un certo periodo di tempo, o il continuo pensiero fisso di come e quando "connettersi". A tutto ciò, seguono, come immancabile conseguenza, notevoli forme di isolamento sociale e allontanamento psicologico da quella che invece è la dimensione reale, ovvero la sfera lavorativa, sociale, familiare, affettiva. Interessante a tal proposito è anche "Suicide Room", un film che combina il mondo reale a quello virtuale, in cui, dopo una serie di umiliazione subite a scuola, il protagonista decide di ritirarsi in un mondo virtuale, lontano da odiosi compagni di scuola. Qui, conoscerà Sylwia, una giovane che lo porterà verso pericoli inaspettati.
Trailer del film Suicide Room (2011) (preso dal canale YouTube di EuroNews)

L’aspetto principale che deve essere analizzato è quello riguardante la capacità del giovane di mantenere o perdere il controllo; secondo gli studiosi della materia, questa caratteristica varia da individuo ad individuo a seconda delle esperienze personali e delle singole capacità di elaborazione degli eventi e, come tale, si presta ad una particolare difficoltà di interpretazione. Gli studi dovrebbero avere come obiettivo quello di tentare di comprendere quali sono i meccanismi per i quali, varcata la soglia, si perdono i freni inibitori e di conseguenza il controllo della volontà. Altrettanto importante è capire se sia meglio considerare le dipendenze giovanili come un problema o come una malattia. Se vengono osservate come un problema sociale, è giusto pensare che i ragazzi sono intrappolati in una società sbagliata, se sono analizzate con gli stessi strumenti con i quali si affronta una malattia, si dovrebbero cercare le cure nella realtà in cui questa gioventù sta crescendo e, conseguentemente, si dovrebbe indagare comunque nel contesto sociale. Per questa ragione la scelta migliore sembra essere quella di considerare entrambi i punti di vista.

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