venerdì 4 aprile 2014

Diritto allo studio: uno terno all'otto

Poco meno di diecimila posti per medicina e chirurgia, 774 a veterinaria, 949 a odontoiatria, 7621 per architettura. Quello dei numeri chiusi nelle università è oggi un argomento molto discusso. Gli studenti che si stanno iscrivendo ai test d’ammissione alle diverse facoltà si sentono come cavie; per la prima volta inoltre alcuni test si terranno prima ancora degli esami di maturità, costringendo così molti di coloro che sono indirizzati verso Medicina o Architettura a rinunciare alle loro ambizioni per puntare a corsi come Chimica e Biologia. Diverse le manifestazioni tenute recentemente dagli studenti stessi ormai indignati per la situazione: una delle maggiori è avvenuta il mese scorso, l’8 Marzo, davanti alla sede del Miur e dei provveditorati di Roma, Pisa e Milano, accompagnata dallo slogan ‘Miur…ati fuori’, ma precedentemente molti giovani sono scesi in piazza in diverse città d’Italia.




                                            Studenti si preparano alla manifestazione del 9 marzo
                         http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=52892&action=view

 Federico del Giudice, portavoce della Rete della Conoscenza, ha così commentato l’anticipazione dei test universitari: “Il ministero deve immediatamente ritirare il decreto e posticipare i test: bisogna prendere atto che è in corso la più grande espulsione di massa dall’università”. “Insostenibili i test ad Aprile” ha dichiarato Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, sostenendo che la riuscita degli esami ovviamente compromessa dal fatto che questi verteranno su parti del programma che gli studenti, causa esami di maturità, non hanno ancora avuto il tempo di affrontare. L’unione degli Universitari e la rete degli studenti medi hanno consegnato recentemente al neo premier Matteo Renzi un documento nel quale formulano otto proposte per la scuola e l’Università;una riguarda proprio il superamento del numero chiuso, definito il “sintomo dell’incapacità di progettare un futuro, se non affidandolo ad una sorta di lotteria”. E’ proprio questa la sensazione prevalente tra gli studenti: che le proprie scelte, che pure sono espressione del libero diritto allo studio sancito dalla Costituzione, vengono invece limitate da chi non sa più programmare ed investire nell’istruzione e nella ricerca. “Provate a mettervi al nostro posto” c’era scritto sul cartello esposto dai settanta ragazzi che gli scorsi giorni hanno bloccato la votazione in corso alla Facoltà di Psicologia di Torino; il numero chiuso, per ora, è stato scongiurato.
Margherita Toso

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