Nel 2014 non ci si fa una foto, ma un selfie.
Non si sfoglia il giornale, ma si apre un qualsiasi social network
Non si apre la buca delle lettere, ma la casella email.
Non si cerca disperatamente una cabina telefonica, ma una presa di elettricità
Non si mandano cartoline, ma si condividono foto su Instagram
Non si scambiano gli indirizzi, ma i contatti Whatsapp
Non si legge un libro, ma l'ebook
Non si partecipa ai comizi elettorali, ma si seguono i politici su Twitter
L'elenco potrebbe proseguire ancora a lungo e probabilmente non sarebbe mai completo visto che il mondo digitale è in continua evoluzione.
Artefici di questa contagiosa trasformazione di usi e costumi sono sempre più i giovani
cosiddetti "nativi digitali", perché abituati fin dall' infanzia a confrontarsi con le nuove tecnologie, che adattano ogni tendenza all' ambiente virtuale creandone così sempre di nuove.
Per citarne alcune, le nominations non sono altro che una rimodernizzazione delle mai troppo viste "Catene di Sant' Antonio" che minacciavano di tremende sventure chi avesse deciso di interromperle, i tanto osannati fashion bloggers solo giovani nullafacenti a cui va attribuito il grande merito di aver compreso che i giornali di moda erano ormai obsoleti, molto meglio crearsi un personaggio in carne ed ossa, una vera icona di stile alla portata di tutti che dispensasse utili consigli di outfits alle fashion victims in crisi d'identità, gli agghiaccianti video di violenza tra ragazzi frutto di un bisogno impellente di documentare fatti realmente accaduti per poterne dimostrare la veridicità senza incappare in opinioni contrastati.
Violenza senza filtri Alessandra Sacchi
Etica? No grazie, solo estetica Elisa Ciccarese
Nomination, una tendenza contagiosa Vittoria Grassi
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